Storia della pizza
Due sono gli ingredienti fondamentali: la mozzarella e il pomodoro.
Il primo fu opera dei longobardi, che in seguito alla caduta dell’impero romano, portarono con sé la bufala che una volta ambientatosi tra il Lazio e la Campania, avrebbe fornito il latte per la fabbricazione della mozzarella.
Il secondo fu importato dal Perù in Europa dai colonizzatori Spagnoli e fu prima utilizzato come salsa cotta e poi utilizzata come condimento per la pizza. Dopo le iniziali diffidenze, il pomodoro fece il suo ingresso trionfale nella cucina italiana e in particolare quella napoletana.
La vera pizza napoletana è nata intorno al 1730 nella versione Marinara. Infatti a Napoli iniziano a diffondersi le botteghe specializzate nella preparazione di tale piatto diventando così una pietanza consumata da tutte le classi sociali. Nel 1800 conosciamo la pizza nella versione Margherita che ha preso il nome nel 1889 in occasione di una visita dei sovrani di allora. Infatti, si racconta che il miglior pizzaiolo dell’epoca: Raffaele Esposito, realizzò per i sovrani d’Italia: Re Umberto I e la regina Margherita, tre pizze:
- pizza alla mastunicola (strutto, formaggio, basilico)
- pizza alla marinara (pomodoro, aglio, olio, origano)
- pizza pomodoro e mozzarella (pomodoro, olio, mozzarella, basilico)
Fino al 1900 la pizza e le pizzerie rimangono un fenomeno prettamente
napoletano, poi dopo la seconda guerra mondiale e sull’onda dell’emigrazione che la pizza esce dai confini del meridione per sbarcare al Nord e all’estero, diventando così un fenomeno mondiale. Ora come ora è amata da tutti, grandi e piccini, dall'Europa all'America al Giappone ed è possibile gustarla anche nei migliori ristoranti.